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Luc Parrucchieri

pH – Potenziale di Idrogeno

PARLANDO E SPARLANDO: Parole per capire il linguaggio del tuo parrucchiere.

Le tecniche del tuo hairstylist hanno spesso nomi troppo creativi? Ti sembra che a volte serva l’interprete quando varchi la soglia del salone? Ti è capitato di ritrovarti con una “brutta sorpresa” in testa? Conoscere più da vicino le parole utilizzate nel settore dei capelli ti aiuterà ad esprimere concretamente i tuoi desideri e dare indicazioni chiare al tuo parrucchiere, che saprà così soddisfarti al meglio, evitando le classiche incomprensioni.

Definizione

In chimica, grandezza che misura l’acidità o la basicità di una soluzione, espressa come il cologaritmo della concentrazione (o, più propr., dell’attività) degli ioni idrogeno nella soluzione

-pH neutro, con valore pari a 7

-pH acido, pH basico, con valori rispettivamente inferiori o superiori a 7

-pH naturale (o pH fisiologico), con valore pari a 5,5 equivalente a quello medio della pelle umana.

Quando si parla di cura dei capelli, è necessario focalizzare l’attenzione sul concetto di pH.
La scala del pH si utilizza per misurare la relativa acidità e basicità di una sostanza: essa va da 0 a 14, dove 7 rappresenta la neutralità.
Al di sotto di questo valore una sostanza si definisce acida, mentre al di sopra è basica (alcalina).

Il pH varia in funzione delle diverse zone del corpo. Perciò, nelle formulazioni, risulta importante arrivare al suo corretto valore in modo tale da rispettare l’equilibrio fisiologico della zona da trattare.

Il pH sul cuoio capelluto si aggira tra 4.5 e 5.5, mentre quello sul fusto dei capelli è leggermente più acido (dato dalla presenza del film idrolipidico che lo riveste): può arrivare fino a 3.5.

Il rispetto del pH nei prodotti per capelli è importante per garantire la loro salute.
Difatti, l’utilizzo di prodotti con un pH non idoneo, può causare diversi danni al capello.
Ad esempio, prodotti con pH troppo elevato (basico) portano non solo ad uno stress di tipo meccanico, (apertura delle cuticole), ma anche ad un accumulo di cariche negative eccessive.
Queste ultime, respingendosi, causano a livello macroscopico quello che conosciamo come “effetto crespo”.

Il pH ottimale per i prodotti per capelli occupa un range che va, indicativamente, da 3.5 per il balsamo a 6.0 per lo shampoo.

Poiché il potere lavante dello shampoo tende a portare via anche parte del film idrolipidico che riveste e protegge il capello, è consigliabile restituire al capello nutrimento, attraverso l’uso di un balsamo, studiato per ridare morbidezza e idratazione grazie alla presenza di oli e burri.

Il balsamo presenta un pH più acido (circa 4,5) rispetto a quello dello shampoo (circa 5-6,0).
Questo, da un lato favorisce la chiusura delle cuticole rendendo il capello più sano e meno vulnerabile agli agenti dannosi, dall’altro, permette di bilanciare le cariche negative sul capello, rendendo minimo l’effetto “elettrizzato”.
Inoltre, fornisce idratazione e restituisce al fusto idrofobicità (che è la tendenza a respingere l’acqua).
Così capelli appaiono piacevoli al tatto e più lucenti alla vista.

Questi sono i motivi principali secondo i quali entrambi i prodotti contribuiscono sinergicamente al benessere e all’estetica dei capelli.

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